L’emergenza abitativa non si risolve cavalcando l’allarme sociale con notizie infondate
Rispondiamo alle accuse infondate lanciate, in questo caso, da un’organizzazione sindacale degli inquilini e rilanciate da un organo di stampa locale.
Il nostro Ente da sempre è aperto al confronto, non si sottrae alla pubblicazione dei dati, alla trasparenza, com’è evidente dalla consultazione del sito internet. E’ uno dei pochi enti gestori di erp nel centro sud ad avere un Sistema di Qualità certificato Iso 9001:2008, che garantisce l’applicazione puntuale e precisa delle procedure, ma sembra che tutto questo non sia sufficiente.
Non chiediamo di essere rappresentati come i primi della classe, però ci aspettiamo di essere valutati per quello che effettivamente siamo, per le azioni che sono state messe in campo, e non con la diffusione di notizie spesso prive di fondamento. Lo facciamo anche per il rispetto che, riteniamo, sia dovuto ai nostri addetti che lavorano con impegno per soddisfare le esigenze degli utenti e dei cittadini.
Questa volta l’accusa infondata è ancora più amara in quanto proviene da un’organizzazione sindacale che dovrebbe conoscere la normativa dell’erp e rilanciata da un giornale che, negligentemente, prende per oro colato quello che viene scritto in una relazione, senza verificare, aggiungendo considerazioni in contraddizione con lo spirito della normativa sulla trasparenza.
Ieri, durante il convegno Uniat Aps Lazio la relatrice Patrizia Behmamm leggendo un testo scritto diceva: “ le case di edilizia residenziale pubblica sono 7.500 circa, e possono soddisfare le esigenze di 15/18 mila famiglie: siamo di fronte a numeri abbastanza corposi rispetto alle esigenze della città. Con un patrimonio di 7.500 alloggi, a Latina si potrebbero rimmettere sul mercato ogni anno circa 150 alloggi.”
Diversamente da quello che viene scritto i 7.500 alloggi insistono su tutta la provincia e non solo sulla città di Latina, difficilmente potranno soddisfare le esigenze di 15/18 mila famiglie visto che sono 7.500 da moltiplicare per i nuclei familiari. Inoltre, nella relazione non vi è evidenza del fatto che molte abitazioni vengono già recuperate e riassegnate, ad esempio nel 2014 il numero degli alloggi riassegnati in provincia è stato di 78 unità.
La relazione continua sostenendo che il numero delle occupazioni abusive sarebbero superiori a quelle comunicate dal Commissario dell’Ater in una intervista pubblica da “il Caffè” il 15 ottobre 2015. Tuttavia, la relazione non chiarisce in base a quale prova le occupazioni sarebbero superiori ai dati comunicati, da questo si deduce che l’affermazione non trova fondamento in nessun riscontro oggettivo.
E’ il caso di ricordre i dati comunicati nell’intervista: “al 15 settembre 2015 gli alloggi occupati senza titolo in tutta la provincia sono 453 su un totale di 7.519 alloggi, la percentuale di alloggi occupati sul totale degli alloggi è del 6,02% inferiore alle percentuali che si registrano nelle regioni del centro Italia dove nel 2011 la percentuale degli alloggi occupati da inquilini senza titolo era del 9,7%.”
La relazione, inoltre, in modo strumentale sostiene che il Commissario dell’Ater ritenga un fatto positivo la richiesta di regolarizzazione da parte degli occupanti. Per proseguire con una serie di inesattezze: “a che titolo viene accettata la sanatoria se attualmente non esiste”.
La relatrice si riferisce all’ultimo passaggio dell’intervista del Commissario nella quale si diceva: “Va infine ricordato che gli occupanti abusivi hanno presentato domanda di sanatoria”.
Per chi conosce il mondo dell’erp e la sua legislazione appare chiaro e logico che il riferimento del Commissario è alla Legge di sanatoria delle occupazione senza titolo approvata dalla Regione Lazio nel 2006 i cui effetti sono ancora validi visto che non tutte le pratiche sono state evase dai Comuni e non dall’Ater. Pertanto, l’occupazione abusiva di un alloggio deve essere valutata anche alla luce dell’eventuale domanda di sanatoria pendente, che potrebbe garantire all’occupante il titolo per ottenere l’alloggio in assegnazione regolare. Quindi non esiste alcuna volontà di regolarizzare occupanti abusivi, ma solo la volontà di rispettare le regole, che in questo caso coincidono con la legislazione regionale.
Nella relazione ed in alcune fotografie mostrate durante l’incontro e stampate sul frontespizio della cartellina, vi sono foto con cumuli di rifiuti urbani. La relatrice, forse perché non vive a Latina, non ha ben chiaro che il problema della raccolta dei rifiuti urbani è presente in tutta la città, le cause sono ascrivibili alla società che gestisce il servizio non all’Ater che non ha questa competenza, come dimostrato dalla foto usata per la copertina dell’iniziativa dove non compaiono edifici di erp.
In un altro passaggio della relazione si parla di “graduatorie ad hoc agli amici degli amici”, anche in questo caso nessun esempio viene portato a sostegno della tesi, omettendo di scrivere che la competenza per le graduatorie è dei Comuni e non dell’Ater.
La cosa peggiore si raggiunge con la Carta dei servizi, documento allegato alla relazione, quando si afferma che: “questo documento (la Carta dell’Ater di Latina) non contenga nessuna determinazione dei tempi in cui l’amministrazione deve assolvere i propri doveri nei confronti degli assegnatari: quanto tempo per una assegnazione, per un subentro, per una decadenza, per un cambio?.
La relatrice continua parlando di “penalizzazioni” fin quando l’Ater non si dota di questo strumento e chiede alla Regione di pretendere la sostanziale osservanza delle leggi modificando la carta dei servizi dell’Ater.
Queste affermazioni sono totalmente false, in quanto la tabella con i tempi per la chiusura dei procedimenti amministrativi è pubblicata a pag. 28 della carta dei servizi, mentre a pag. 30 sono pubblicati i tempi per gli interventi di manutenzione.
Occorre ricordare che il monitoraggio del rispetto dei tempi procedimentali, effettuato in base alle procedure del Sistema di Qualità certificato Iso 9001:2008 è pubblicato nella sezione “Amministrazione Trasparente” dalla quale emerge con chiarezza che l’Ater della provincia di Latina rispetta gli impegni assunti con la Carta dei Servizi.
E’ assurdo che venga mossa una tale accusa senza aver effettuto una verifica accurata del documento che, tra l’altro, è stato approvato dopo la verifica effettuata dalle organizzazioni sindacali tra le quali vi era anche il rappresentante provinciale della organizzazione UNIAT.
Ci sono poi una serie di inesattezze da parte dell’organo di informazione che ha riportato la notizia.
Nella locandina esposta davanti alle edicole si parla di: ”alloggi sfitti e sanatorie per gli occupanti i numeri bocciano l’Ater”.
Nessun alloggio di proprietà dell’Ater è sfitto, non c’è nessuna sanatoria in corso, ma solo pratiche non evase dai Comuni relative alla sanatoria approvata nel 2006. Tra l’altro la relazione non fornisce alcun numero o dato, ma solo ricostruzioni soggettive non sostenute da nessuna prova o dato.
Nel riportare le contestazioni di un funzionario dell’Ater durante l’intervento della relatrice a proposito della mancata pubblicazione dei tempi per la chiusura dei procedimenti, il giornalista aggiunge: “peccato che alla scadenza di quei numeri non scatti nessuna sanzione (la loro forza è quindi è pari a quella di parole al vento)”. Anche in questo caso ci troviamo davanti ad una ricostruzione senza fondamento, infatti nessuna legge prevede sanzioni per il mancato rispetto dei tempi, e non si capisce verso chi dovrebbe essere irrogata la sanzione.
I tempi procedimentali sono un’altra cosa, nel case della decadenza dell’assegnazione, preso ad esempio nell’articolo, iniziano nel momento in cui l’ente accerta le condizioni che determinano la decadenza (superamento del limite di reddito previsto per il mantenimento dell’alloggio erp) e si concludono nell’invio della richiesta al Comune che è l’Ente titolato dalla Legge ad emettere il Decreto di decadenza nei confronti dell’assegnatario, dopo il quale, non intervenendo una riconsegna volontaria, occorre attendere i tempi delle procedure di legge.
Restiamo a disposizione per ogni chiarimento e dialogo, ma nello stesso tempo ci auguriamo di doverci confrontare con dati e contestazioni fondate, con persone competenti o almeno che abbiano la consapevolezza di confrontarsi con la normativa che regola l’edilizia residenziale pubblica e non solo su considerazioni soggettive che alla prova dei procedimenti amministrativi, lasciano il tempo che trovano.
(Ing. Fabrizio Ferracci – Commissario Ater Latina)